Galleria

Giornata Mondiale della Poesia

Enheduana



Buongiorno cari amici, poeti e signora Poesia.

La poesia è sacra

La poesia è come una preghiera,
si impara a memoria e ritorna nella mente
come la musicalità di un ritornello,
rimane affacciata agli pareti dell’anima.
La poesia è sacra.
I poeti sono umani, pochi diventano miti.

Oggi non è un giorno di inizio della settimana, non è solo il primo giorno dopo il Solstizio della Primavera. Oggi è un giorno di riflessione perché il Mondo dovrebbe tornare a sorridere di nuovo, sperare e continuare a vivere in pace. Attualmente nel Mondo sono sei zone di guerra dove esseri umani subiscono la fame, la sete, il razzismo, le privazioni dei medicinali per le cure elementari e non hanno alcuna speranza per curare le malattie più gravi, le privazioni riguardanti l’educazione e lo sviluppo. Pensiamo a questo cercando sempre di muovere le coscienze alzando la voce mettendo in rilievo oltre ai valori importanti anche i problemi per quale si combatte. La Poesia ha la sua importanza anche se per ovvi ragioni è emarginata e distrutta perché attaccando i sentimenti delle persone che la scrivono e leggono viene distrutto anche lo spirito che grida PACE, amore, sogni e concretezza.u

La poesia

La poesia si scrive nelle cornici delle case
Tra vicoli di ombra e luce sospesi tra il cielo e la terra
Nei corpi anoressici di anziani malati di mente
Che con un ultimo sforzo mostrano la vitalità
Come un grido di saluto verso un ricordo
Che le ha portato via ultima briciola di dignità
La poesia sta nel raccogliere il petalo d’un fiore caduto
Dalla aiuola di primole rosa dalla finestra
Che saluta il giorno con fresco incanto di luce bianca
Sui muri che s’affacciano al sole estasiati
© Lidia Popa


Quando il silenzio scrive

Il silenzio dice, più
di quanto si può esprimere.
Quando guardi, osservi tutto
quello che accade.
Quando ascolti, udisci tutto
quello che prima sfugge.
Quando tocchi, senti la finezza o
l’asprezza delle superfici.
Quando annusi, l’odore esalta
davanti alle narici.
Quando parli, interrompi il silenzio
solo per attirare l’attenzione.
Quando piangi, è la tristezza che
vuole cantare al tuo posto.
Quando ridi, è la gioia che
prende la voce al posto delle parole.
Quando vivi un’emozione,
ti lasci andare ai sensi per comprendere.
Quando scrivi, unisci tutti i tuoi sensi
in una carezza di inchiostro blu
che illumina la pergamena e lo spirito.
Il silenzio scrive,
l’occhio della mente legge
e fa delle domande.
La Poesia avvolge i sensi.

©️Lidia Popa

Dato che oggi parliamo della poesia ho pensato alle prime radici della poesia nel mondo. In modo particolare ad una donna che ha vissuto migliaia di anni fa di quale vi leggo i suoi dodici versi conosciuti.
Questa opera ebbe un profondo riconoscimento nella letteratura religiosa sumerica, considerata come uno dei dieci componimenti religiosi più notevoli del momento, l’unico di cui peraltro conosciamo l’autore.

1.Signora di tutti i Me (Nin-me-šar-ra), risplendente di luce
2. Donna virtuosa, vestita dello splendore divino (me-lim), diletta del Cielo e della Terra
3. Sacerdotessa (nu-gig) del dio An, con il grande diadema
4. Colei che ama la tiara consona alla grande sacerdotessa
5. La cui mano impugna (tutti) i sette Me
6. O mia Signora, tu sei la guardiana di tutti i grandi Me
7. Tu hai riunito i Me, tu hai legato i Me alle tue mani
8. Tu hai raccolto i Me, tu hai stretto i Me al tuo petto
9. Come un drago (ušumgal) tu hai lanciato il veleno sui territori dei nemici
10. Quando tu ruggisci alla terra come il dio Iškur, la vegetazione non può resisterti
11. Come un diluvio (a-ma-ru) discendi dalla tua montagna (kur)
12. O potente del cielo e della terra, tu sei Inanna»
(Enḫeduanna, Nin-me-šar-ra (Signora di tutti Me), 1-12.)

A questa poetessa e sacerdotessa dedico i miei versi di oggi, 21 marzo.

Enḫeduanna

Parlate dei poeti al passato
Parlate della poesia al passato
Parlate di me al passato
Non sono più una poetessa
Non sono più la poesia
Era una volta la poesia
Un gran segreto una volta
Quella di altri tempi
Di antichi tempi
Dimenticati tempi
Enḫeduanna Sacerdotessa
Lasciai scritto Nin-me-šar-ra
(Signora di tutti Me)
Divino splendore del Cielo e della Terra
Per essere dimenticata.
©️ Lidia Popa

Altre informazioni raccolte da internet.

Enḫeduanna (… – …; fine XXIV secolo aC ) era una sacerdotessa e poetessa accadica (accadico è una lingua del Mesopotamia).
Vissuta intorno al 24° secolo aC, era la figlia del re accadico Sargon, sacerdotessa del dio Nanna a Ur .
Enheduanna era figlia di Sargon di Akkad, suo padre la nominò gran sacerdotessa della dea Inanna per poter meglio controllare la città di Ur. In seguito sarà nominata somma sacerdotessa del dio An per la città di Uruk.
La principessa divenne molto popolare quando iniziò a comporre inni per gli dei di cui era sacerdotesa. Sembrerebbe inoltre che sia stata la prima a instaurare un rapporto personale con gli dei che serviva, mediante dei dialoghi diretti, come riportati nelle sue opere. Prima poetessa e scrittrice nella storia dell’umanità, è nota sia da fonti successive che contemporanee. La sua più celebre opera è scritta in lingua sumerica e ha come titolo (come “incipit”) Nin-me-šar-ra (Signora di tutti i “Me”), opera più comunemente nota con il moderno titolo di “L’esaltazione di Inanna”.
Del Nin-me-šar-ra, che si compone di 153 righe, conserviamo oltre cinquanta diverse testimonianze, frammenti di tavolette in cuneiforme. Nell’opera viene narrato, in termini a volte oscuri, un drammatico evento della vita di Enḫeduanna: la sua fuga dalla città di Ur ove ricopriva il ruolo di sacerdotessa del dio poliade della città, Nanna (accadico: Sîn; il dio Luna) e il suo esilio nella steppa. L’opera prende quindi la forma di invocazione, affinché gli dèi liberino dall’esilio la sacerdotessa, alludendo a un certo Lugalanne, probabile rivoltoso sumero contro il potere del padre di Enḫeduanna. L’inno si conclude con l’invocazione alla dea Inanna (sumerico; accadico: Iŝtar; dea figlia del dio Nanna) e infine con il ritorno vittorioso della dea, e della sua grande sacerdotessa, nel santuario di Ur.

Originale

«1. Nin me šar 2 -ra ud dalla e 3 -a
2. munus zid me-lim 4 gur 3 -ru ki aĝ 2 an uraš-a
3. nu-gig An-na suḫ-gir 11 gal-gal-la
4. aga zid-de 3 ki aĝ 2 nam-en-na tum 2 -ma
5. me 7-bi šu sa 2 scavato 4 -ga
6. nin-ĝu 10 me gal-gal-la saĝ keše 2 -bi za-e -me-en
7. me mu-e-il 2 me šu-zu-še 3 mu-e-la 2
8. me mu-e-ur 4 me gaba-za bi 2 -tab
9. ušumgal-gin 7 kur-re uš 11 ba-e-šum 2
10. d Iškur-gin 7 ki šeg (KA × LI) gi 4 -a-za d Ezina 2 la-ba-e-ši-ĝal 2
11. a-ma-ru kur-bi-ta ed 3 -de 3
12. saĝ-kal an ki-a d Inanna-bi-me-en »

Il disegno di Dio

Creare una poesia è una magia.
Gocce di parole che scorono
Singole, ataviche, placide…

L’eccelso è tutt’altra cosa.
Non s’inventa.
Si sente un’esplosione da dentro.

Si sogna con occhi aperti.
Il disegno di Dio:
La Creazione.

Sento l’emozione quando si avvicina.
Sussurra come un ruscello.
Mi trascina.
© Lidia Popa

Lascia un commento